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IL MESSAGGIO NATALIZIO DEL NOSTRO PARROCO

Cari nonni e nonne, fratelli e sorelle, ragazzi e ragazze, bambini e bambine,

«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano la terra tenebrosa una luce rifulse».

La grande luce annunciata dal Profeta Isaia troverà una conferma nel racconto della nascita di Gesù, il Figlio di Dio.

donjoseph2A ben guardare, molto prima del 25 dicembre molte e sfavillanti luci sono comparse per le vie e le piazze della nostra città, luci che s’impongono per la loro vivacità e bellezza, che rallegrano il cuore, soprattutto di questi tempi di varie guerre, nei quali ci sentiamo come un popolo che cammina nelle tenebre di una situazione carica di sofferenza e di preoccupazione.

La grande luce di cui parla il Profeta, la luce che avvolge i pastori impauriti e le molte luci tra le nostre case, se messe a confronto, rivelano delle differenze per l’impatto che possono avere sulla nostra vita. Trascorso il periodo natalizio quelle luci non hanno più motivo di restare accese, di illuminare la nostra città e le nostre piazze. Per questo vengono rimosse e collocate nei magazzini.

La “grande luce” di cui parla la liturgia del Natale è collegata a una persona (il Profeta Isaia nel suo scritto parla di un bambino che “è nato per noi” e l’evangelista Luca di “un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”), non a una data, a una persona che appare singolare, per la sua identità – è il Figlio di Dio – e per quello che rappresenta per la storia umana e per ciascuno di noi (per Isaia “Principe della pace”, per l’angelo annunciatore il “Salvatore”).

Questa luce, a differenza delle altre luci, non sarà rimossa al termine delle festività natalizie, ma resta per tutti gli altri giorni dell’anno, come luce che ci consente di camminare anche tra le tenebre di una storia universale e personale, in questi tempi particolarmente fitte e inquietanti.

Certo, dipenderà da noi non lasciar brillare invano questa luce, non lasciar cadere nel vuoto il lieto annuncio risonato nella liturgia natalizia.

Senza togliere nulla alla bellezza delle tante luci allestite da noi e alla serenità che contribuiscono ad alimentare, almeno nei giorni in cui addobbano i nostri centri, penso che quell’altra luce, quella legata alla presenza tra di noi di Gesù, il Figlio di Dio, alla sua offerta di una prossimità che mantiene aperta la nostra vita alla speranza, anche e soprattutto in questi tempi, dove è diventato arduo coltivare speranze affidabili, meriti un maggiore apprezzamento e la decisione di consentirle l’accesso in ogni giorno della nostra vita.

Il mio augurio è che tutti ci lasciamo raggiungere dalla luce che rifulge nelle tenebre, quella che il Figlio di Dio, che Maria “ha dato alla luce, ha avvolto in fasce e ha deposto in una mangiatoria” e le consentiamo di illuminare il nostro cammino, perché non ci sentiamo prigionieri delle tante tenebre che impediscono ai nostri occhi d’individuare e percorrere il cammino di un’esistenza bella, buona e felice.

Auguro un Santo Natale e un felice Anno Nuovo a tutti voi.

Dio vi benedica e vi accompagni sempre con la sua bontà.

Don Joseph 
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